Non Ada Marra e nemmeno qualche spalancatore di frontiere. La definitiva sconfessione arrivata ai vari Chiesa, Rösti, Pejman e Quadri sulla naturalizzazione semplificata in votazione domenica l’ha data Le Temps, oggi, in prima pagina. E non l’ha fatto con un poderoso editoriale o con chissà quali analisi e statistiche, no: l’ha fatto con una vignetta.
Nel disegno, il quotidiano di Losanna è riuscito a racchiudere tutti i pregiudizi e i falsi problemi sbandierati dagli oppositori di questa iniziativa. Protagonista, infatti, è una ragazza che si sente dire che la sua domanda di naturalizzazione viene rifiutata. Perché? Perché “Aha! La vostra nonna siciliana portava il niqab quando è arrivata nel 1946!”. E la foto brandita dalla commissione raffigura una signora col fazzoletto in testa usato da una moltitudine di donne per andare a messa e da tutte le donne che vanno in visita dal Papa. Sembra di essere in un film di Fantozzi, ce ne rendiamo conto, ma è quello che penserebbero in molti dentro Lega e UDC. E difatti quella di Le Temps non è una vignetta che fa ridere, ma che invita alla riflessione. Soprattutto riguardo alla sparata democentrista (senza fondamento) di una Svizzera islamizzata se passasse questa iniziativa.
Riflettiamo con questa vignetta. Pensiamo a quella compagna di scuola di nostra figlia con la famiglia qui da mezzo secolo ma che non è cittadina svizzera, pensiamo a quel ragazzetto nato e cresciuto in Svizzera in curva a vedere l’hockey ogni partita ma che, per Chiesa e Pejman, non può naturalizzarsi in un tempo più breve. Pensiamo al concetto di civiltà, senza nasconderci dietro tristi e inutili frontiere.
Anche, soprattutto mentali.