Ho molto apprezzato l’articolo di questa mattina di Jacopo Scarinci, perché, tra le altre cose, pone l’accento su un qualcosa che non viene mai detto abbastanza. Il problema non è Milani, come non è stato Ibraimi: il problema è chi e quanti votino gente così.
Luciano Milani in questi giorni, sulla sua bacheca Facebook, sta sorridendo alla vita, ha ringraziato coloro (tanti, tantissimi) che gli hanno offerto la loro solidarietà, insomma, è una persona serena. Incontestabile, certo, ne ha tutti i diritti. Ma lui è sereno perché sa che qualcuno lo voterà comunque. Non verrà eletto? Amen, qualcuno la crocetta sul suo nome la metterà apposta per quella immagine di Hitler. Ormai è vero, sapere cosa sia la storia e cosa sia, meglio ancora, la decenza non dà più un ruolo di guida, un grado superiore rispetto al webete che spinge tasti a caso perché non sa cosa fare e vuole sfogarsi. E questo accade perché c’è e ci sarà sempre un’umanità che di queste cose semplicemente se ne frega. Anzi, quelle immagini di Hitler le approva pure, ride.
Ed è per questo che Luciano Milani non mi fa assolutamente paura, ma temo chi lo voterà. E ho questo timore perché è tutto scritto da tempo immemore. Anni e anni di copertine del Mattino, di linguaggio triviale, di gente assolutamente a caso assurta a cariche di governo, di donne col burqa paragonate a sacchi della spazzatura cosa credevate portassero? Al ritorno dell’illuminismo?
Qui bisogna svegliarsi. Ma svegliarsi sul serio.