Dal 2 al 7 maggio alla Triennale di Milano si terrà il Festival dei diritti umani, che quest’anno è ispirato da una celebre frase dell’intellettuale esistenzialista Jean-Paul Sartre: “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”.
Un monito a parlare delle crudeltà che affliggono questo mondo, spiegare le crisi, raccontare le storie dei migranti, dei profughi, dei richiedenti l’asilo che dopo infinite sofferenze si vedono chiudere la porta della speranza in faccia. Una richiesta di non voltarsi più dall’altro lato, ma di guardare in faccia la realtà, raccontarla, analizzarla.
Un programma vario, quello di questa edizione: si va dal pericolo che ormai è diventata in certe zone la professione del giornalismo ai diritti umani traditi in nome del petrolio in Azerbaijan, dalla civiltà tuareg al bullismo, dall’importanza dell’arte con ospite l’artista dissidente cinese Ai Weiwei al rispetto di ogni diritto.
Dibattiti, iniziative e film per farci aprire gli occhi e per farci diventare ancora più parte dell’umanità. Se capitate a Milano, fateci un salto.