Se un giorno vi recaste a visitare la Basilica di S.Pietro, tra i vari tesori custoditi al suo interno uno in particolare non potrà sfuggirvi alla vista. Là, in quella che era la cappella di Santa Petronilla, una cappella laterale che scomparirebbe di fronte l’immensità dell’enorme chiesa romana, qualcosa vi attrae per forza. Il suo candore e la sua lucentezza lasciano esterrefatti qualsiasi visitatore, studioso o profano, che si rechi in S.Pietro: La Pietà scolpita da Michelangelo Buonarroti. Fermatevi e guardatela bene, in mezzo al petto della Madonna, quasi a volerne evidenziare le fattezze femminili, c’è un nastro con una dicitura in latino. La fattezza grezza di quella scritta mal si sposa con la delicatezza e l’accuratezza con cui Buonarroti scolpì l’opera.
Voluta dal Cardinale francese Jean de Bilhères, ambasciatore di Carlo VIII presso papa Alessandro VI, fu una delle prime opere commissionate a Roma al giovane e promettente Michelangelo. L’opera fu commissionata nel 1498 e un anno dopo vide il suo completamento e la sua collocazione nella Basilica vaticana, allora in fase di ampliamento. Michelangelo, all’epoca 24enne, era già di carattere forte e sicuro di sé. Il giorno della presentazione al pubblico l’artista decise di essere, seppur in disparte e nascosto, presente all’evento, per godersi gli elogi dei membri dell’aristocrazia romana e degli alti prelati vaticani. Gli elogi ci furono per quell’artista sconosciuto, ma i più propendevano per un artista di origini romane, oppure dei nuovi astri nascenti provenienti dalle terre ambrosiane. Nessun riferimento a Firenze, o quanto meno alla Toscana, men che meno nessuno pronunciò il suo nome: Michelangelo non esisteva. Il giovane Buonarroti, con già quel carattere sanguigno che lo contraddistinse tutta una vita non perse tempo. Una sera Michelangelo si attardò in Basilica, nascondendosi alle guardie vaticane. Notte tempo, al lume di una candela, salì sulla scultura. Lo scalpello è veloce, ma insicuro, timoroso di far troppo rumore ed essere scoperto, con il reale pericolo di essere condannato a morte per direttissima. Nella fretta Michelangelo lascia indietro delle lettere che inserisce poi in piccolo, quasi incastonate fra le altre. Scrive in latino, la lingua dei papi. Alla fine l’ombra dell’artista si dilegua in tutta fretta e scappa da S.Pietro.
Il mattino dopo una sola cosa è sicura, quell’opera tanto meravigliosa quanto ricca di mistero ha un unico autore: MICHAELANGELUS BONAROTUS FLORENTINUS FACIEBAT.
Fu la prima e ultima opera che Michelangelo firmò nella sua longeva carriera, che da quel giorno durerà altri 60 anni. Una sola firma, incisa nell’eternità.