Abbiamo chiesto a Lisa Bosia, che ora è a Belgrado per la marcia civile per Aleppo* una breve dichiarazione sulle sue intenzioni in relazione alla sentenza pubblicata oggi:
“Sicuro che non mollo. È strano che la procura non abbia accettato nessuna delle prove a discarico o le attenuanti, è indice di un clima politico pesante che finisce per fare indebite pressioni sulla giustizia.”
Dunque, Lisa Bosia Mirra ricorrerà in appello, e in un processo i temi vengono sviscerati, discussi ed esposti al pubblico. Ma il processo di Lisa non sarà solo una formalità. Sarà uno scontro di idee, un regolamento dei conti tra falsi giustizialisti e chi crede che il diritto umanitario sia al di sopra di tutto.
Il processo a Lisa travalica la sua persona e diventa simbolico di due modi di vedere la vita, di due antagonismi: uno umanitario e collettivista, l’altro egoistico, becero e richiuso su se stesso. Non so voi, ma io a quel processo ci sarò.
*La marcia civile per Aleppo parte il 26 dicembre 2016 da Berlino e attraversa l’Europa raccogliendo attivisti e simpatizzanti della causa umanitaria. La Marcia vuole ricordare la situazione drammatica della popolazione civile a cui vengono negati la libertà di movimento e i bisogni fondamentali come l’acqua, il cibo, ma anche la sicurezza e la speranza di un futuro migliore.