So che scrivo per una minoranza. Per pochi. Sembra che chi abbiamo di fronte, complice l’ignoranza diffusa dall’etere, sia forte e invincibile. Sembra che l’oscurità avanzi. Il dialogo è diventato impossibile e spesso trascende nell’odio senza quartiere per la fazione opposta. A volte siamo stanchi, ci sentiamo dei sopravvissuti, ci sentiamo bandiere sfilacciate dal vento.
È per questo che, con il nostro portale, riportiamo certe notizie che potrebbero passare in sordina. Perché abbiamo la presunzione di dare speranza e voglia di reagire. Così abbiamo parlato a lungo del premio “Alpes Ouvertes” assegnato a Lisa Bosia e parliamo ora del premio dell’UNESCO per la pace a Giusi Nicolini.
Giusi vive in una terra splendida circondata da mare di zaffiro. Sulle sue spiagge insieme alle poseidonie strappate dalle mareggiate, si adagiano languidi i corpi ci chi affoga nel Mediterraneo. Giuseppina è la sindaca di Lampedusa, un paese di pescatori, una comunità ai margini dell’Europa che convive e collabora coi rifugiati africani. Se nel ricco Nord, i Salvini sbraitano contro gli immigrati o si erigono barricate per una dozzina di donne e bambini, nell’ultimo baluardo prima dell’Africa la gente vota ed elegge una persona che dell’aiuto e della comprensione nei confronti degli immigrati ha fatto un motivo di esistenza. Le sue genti si fidano di lei, e affrontano il problema con logica, pragmatismo e umanità. Probabilmente, quando ti trovi i cadaveri nelle reti, cambi il tuo atteggiamento nei confronti dei “migranti economici” come amano chiamarli i nostri leghisti. Leghisti ancora più a Nord di Salvini, con meno immigrati eppure ancora più incancreniti, e con loro gli stuoli di lacché e gregari che hanno imparato a memoria la filastrocca.
Ma torniamo a lei, Giuseppina Nicolini, che ha ricevuto il premio insieme all’Ong francese SOS Méditerranée per aver salvato la vita a numerosi rifugiati e migranti e averli accolti con dignità. “Da quando è stata eletta sindaco nel 2012, Nicolini si è distinta per la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l’arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa e altrove in Italia”.
Giusi ha detto: “dedico questo premio a tutti quelli che non ce l’hanno fatta ad attraversare il Mediterraneo”.
Il buio avanza, il razzismo cresce e ci sentiamo fiacchi. Siamo spaventati e impauriti per una società che non riconosciamo più. E allora dico che dovremmo prenderci a sberle e smetterla di trovare scuse. Penso che la lotta contro questo nemico insidioso e oscuro è un dovere, penso che i frignoni possono restare a casa. E a chi si sente stanco e sfiduciato dico: come dovrebbero sentirsi Lisa Bosia, Giusi Nicolini, o Cedric Herou? È in corso una battaglia tra qualcosa di più che due fazioni. È in corso uno scontro tra due visioni dell’umanità. Ed è inutile che vi spieghi quali, sarebbe insultante. Ognuno faccia quello che può, ognuno reagisca. Ogni giorno: sul bus, in ufficio, sui social. Ognuno ribadisca il primato della tolleranza, del buonismo (sì, certo, buonismo) del soccorso a chi è più debole, disperato, senza speranza.
Puoi scegliere se essere un faro o una lucina fioca. Puoi scegliere se essere reale o nascosto nelle tue ansie. La risposta non ce l’ho, è dentro di te. Ma essere stanchi è da codardi. Non te lo puoi permettere. Magari siamo pochi, ma abbiamo un’energia infinita, abbiamo le stelle dentro che illuminano i nostri pensieri, abbiamo l’odore del lentisco e dell’euforbia a indicarci la strada, mentre stanno attaccate con le radici agli scogli di Lampedusa.
Abbiamo i compagni che condividono con noi un’idea meravigliosa del mondo. Che ciò ti basti.