3’600 miliardi di dollari da tagliare nel sociale; 800 miliardi di dollari da tagliare nel solo Medicaid, il programma sanitario a tutela di persone e famiglie a basso reddito; 192 miliardi da tagliare alla voce del sostegno alla nutrizione, sempre dei meno abbienti; 272 saranno i miliardi cui dovrà fare a meno il welfare nel suo insieme; 72 miliardi, invece, saranno quelli tolti per i disabili.
“Un livello di crudeltà inimmaginabile”, così Hillary Clinton – partecipando a un evento di Children’s Health Fund – ha commentato il budget per i prossimi 10 anni che Donald Trump ha presentato al Congresso. Se non stupisce lo sdegno della sua rivale, che sempre ha denunciato il programma e le intenzioni di Trump, sono fuori luogo e confinabili al brusio di sottofondo i lamenti di chi ha fatto di tutto per indebolire la candidatura dei Democratici. E in questa categoria spicca quella parte di sinistra afflitta dalla sindrome di Peter Pan, che ha protestato contro la “donna di Wall Street e dell’establishment” salvo poi trovarsi, oggi, con petrolieri, miliardari e uomini di Goldman Sachs nei posti di comando e 3’600 miliardi di tagli nel sociale previsti.
È inutile urlare contro la destra, protestare, indignarsi. Perché tutti sapevano cosa sarebbe successo se avesse vinto Trump: sarebbe partita una gara tra un presidente bullo e una maggioranza repubblicana che vuole essere ancora più dura del Presidente. Il programma del Partito repubblicano era infatti chiarissimo, cristallino. In tutti i suoi punti. I risultati danno ragione a chi temeva il peggio.
Alcuni, in nome di non si sa bene cosa, hanno preferito indebolire l’unico argine a questa catastrofe. Liberissimi. Ma ci evitino, oggi, lacrime insincere e proclami indignati.