L’onestà intellettuale obbliga a concordare con quanto detto da Norman Gobbi ai microfoni della RSI: la decisione di annullare la serata di Bello Figo è sbagliata, perché crea un precedente. È opinione diffusa, e conforta sia anche opinione del direttore delle Istituzioni, che ieri si sia messa la pericolosissima prima pietra di un nuovo modo di gestire certe situazioni. Come ci si comporterà la prossima volta che qualche buontempone o disadattato affiggerà due volantini dal testo delirante contro un evento?
Questa è la domanda che avrebbe dovuto farsi Michele Bertini. Il vicesindaco di Lugano, però, ha preferito anteporre il proprio gusto personale alla salute della collettività. Si sarebbe fatto in quattro per difendere questo evento, ha detto, se solo l’ospite non fosse stato un provocatore come Bello Figo. Bertini è capo dicastero sicurezza: il suo compito non è “farsi in quattro” se qualcosa incontra il suo consenso, ma garantire alla città di Lugano tutta il diritto, appunto, alla sicurezza. Davanti alle minacce di un sedicente gruppo di neonazi, un capo dicastero non può dire che queste cose succedono perché la serata in questione prevede come ospite un provocatore. Questa logica è la stessa che porta a giustificare che una ragazza possa essere stuprata perché indossa una minigonna. Una logica inquietante, che bandisce la libertà e scavalca il diritto.
Ieri è stato creato un precedente. E oltre che chiedersi quale sia la reale funzione del dicastero sicurezza la vera domanda da farsi è se siamo davvero capaci di gestire una ridicola e grottesca minaccia. Perché se ieri è andata così, c’è da scommetterci, succederà di nuovo. Sperando riguardi, almeno, qualche artista di cui Bertini ha tutti i dischi.