“Trump è un’incognita ma l’esperienza dimostra che quando personaggi eccentrici entrano nella stanza dei bottoni, di solito moderano la propria visione del mondo, si rendono conto del proprio potere e diventano più prudenti. Trump è un uomo d’affari: sa che ci sono delle linee rosse da non superare.”
Marcello Foa, nel suo blog l’8 novembre scorso.
Nelle ultime ore il Washington Post ha raccontato come Donald Trump abbia rivelato al ministro degli Esteri e all’ambasciatore russo alcune informazioni di intelligence sull’ISIS e sulla Siria: informazioni segrete di estrema importanza. Così facendo, Trump ha messo in difficoltà la CIA, la NSA, le relazioni con le agenzie di intelligence di Paesi alleati e anche le preziose fonti sul terreno. Qualunque altro cittadino sarebbe stato processato per alto tradimento, ma lui no: lui può perché lui è il POTUS (President Of The United States). La smentita della Casa Bianca è formulata in modo tale da costituire una conferma, di fatto. Questa è probabilmente la sua peggiore cazzata dall’inizio del mandato presidenziale.
Perché lo ha fatto? Non si sa. Secondo molti analisti la possibilità più verosimile è che gli sia scappato perché voleva tirarsela, perché voleva mostrare ai russi quant’è fico nel conoscere tutte quelle belle informazioni. In sostanza, perché Trump è un inetto, inadeguato alla mostruosa responsabilità di cui è stato rivestito da quella pagliacciata di democrazia che sono gli Stati Uniti.
E ora, Marcello, perché non ci dici nulla?