Dai, stavamo scherzando. Figurati te se una persona che siede in Consiglio nazionale, che ha la responsabilità di fronte a migliaia di elettori e decine di colleghi in parlamento a Berna si mette a fare cose del genere.
E allora qualcuno mi spieghi perché, invece, Lorenzo Quadri, omologo della Carobbio, si spertica come un pazzo a difendere l’estrema destra. In un suo articolo sul Mattino della domenica, con una logica che capisce solo lui, Quadri titola: “Gauche-caviar asfaltata: l’estrema destra non c’entra!”
Lorenzo è tutto felice perché il procuratore Noseda non ravviserebbe legami con l’estrema destra dei due pistola che hanno messo i volantini alla discoteca WKND, con curiose esternazioni che sanno onestamente di paranoia:
“E va da sé che a reggere la coda alla gauche caviar c’era la sua stampa di servizio in grande spolvero, a partire dalla quella finanziata col canone più caro d’Europa, che ha dato alla vicenda la massima enfasi possibile. Per inventarsi ciofeche sulla presunta minaccia dell’estrema destra, teoria poi clamorosamente smentita (…)
Solita tiritera: colpa della stampa asservita alla sinistra che ha il 14% cantonale. E che con quel 14% riesce a comandare tutti. Come faccia non si sa. Poi, clamorosamente smentito cosa? Che fossero filonazisti? Col cavolo.
“In Ticino dunque, secondo i kompagnuzzi con annessa stampa di servizio, dilagherebbero l’estremismo di destra ed il razzismo. Allarme! Scandalo! È la colpa di chi è? Ma naturalmente degli odiati populisti che provocano il “degrado” e blablabla!”
No Lorenzo, non secondo i kompagnuzzi, secondo tutti quelli che hanno un po’ di sale in zucca. D’altronde qui a difendere due nazistelli di periferia ci sei tu adesso, e non la Fata Turchina.
“..E poi la speranza, ardente, ossessiva, patologica, che gli autori delle minacce fossero in qualche modo riconducibili alla Lega o in subordine all’Udc. “
Lorenzo, fatti un valium, dove hai sentito di queste speranze patologiche? Forse certe volte sei un po’ ossessionato dai kompagnuzzi.
“l fine di giustificare la tesi che la $inistruccia brama ardentemente di accreditare (cumulando però continue frustrazioni): ossia che leghisti e nazisti è la stessa cosa.”
Beh, Lorenzuccio, in almeno due casi provati sì. Li trovi su GAS cliccando qui, e qui.
“Il castello di carte dei kompagni, dei moralisti a senso unico e dei loro reggicoda mediatici, dunque, è crollato miseramente. Come i pifferi di montagna, partirono per suonare ma vennero suonati. Ed infatti sono improvvisamente ammutoliti. L’unico risultato del loro frenetico agitarsi nel costruire fittizie “emergenze di estrema destra”
C’è chi, come dici tu, si agita per costruire fittizie emergenze di estrema destra e chi l’estrema destra la difende, come te, i D’Errico e i Wicht, pur di dare addosso all’”odiata sinistra”. Ti ricordi le parole del tuo Consigliere comunale Wicht? “L’associazione skinhead, a mio avviso, non ha fatto nessun tipo di violenza, ma bensì ha soltanto espresso in modi propri, il loro pensiero e sicuramente il pensiero della maggior parte delle persone luganesi e ticinesi civili”
Certo, talmente civili da essere ora sotto le spazzette della procura.
Quadri dovrebbe spiegarci un paio di cose: come mai gli unici a difendere certi ceffi sono i leghisti come lui, D’Errico o Wicht? Perché i firmatari della petizione “Contro ogni forma di autoritarismo” sono dei buffoni? E così, i liberali Käppeli, Sadis, Quadranti e Ferrara sono buffoni? Come lo sono i socialisti Zanini, Carobbio e Ghisletta? O Il parroco di Chiasso don Feliciani, buffone anche lui? E buffoni le centinaia di cittadini che hanno sottoscritto la petizione?
La loro colpa? Essere contro le forme di estremismo. E sappi Lorenzo, che anche persone della tua area mi hanno espresso il loro disagio per questi atteggiamenti, per “l’espressione di pensiero” dei due eroi.
Mette a disagio anche tutta questa energia nel difendere due nazistucoli. Poi però, pensando alle persone recentemente candidate per la Lega in odor di nazismo, forse i conti tornano. Perché c’è di sicuro del marcio, e non bisogna cercarlo molto lontano in questa società.