Esistono battaglie che non dovrebbero esistere. Lascia una strana sensazione scrivere, o leggere, qualcosa tipo “battaglia per i diritti”. I diritti sono diritti, tutti. E in un mondo non dico bello, ma quantomeno decente, non si dovrebbe lottare per vederli riconosciuti: dovrebbero essere un dato di fatto, come l’acqua che bagna e il sole che scalda. Invece no.
Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia: il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha depennato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Essere semplicemente se stessi era considerato una devianza, e non nelle bettole di periferia o nella crassa ignoranza: ufficialmente. Passi avanti ne sono stati fatti? Insomma. Due persone dello stesso sesso sono sovente ritenute incapaci di crescere un bambino, educarlo, renderlo forte e felice. Due persone dello stesso sesso che si amano e stanno insieme in ancora troppi posti non possono sposarsi, non possono assistersi da anziani. Due persone dello stesso sesso che si amano sono ancora vittime di battute, pregiudizi, amenità e bassezze stupide e odiose. In 81 nazioni non possono vivere liberamente, in 11 c’è la pena di morte. Oggi, in Indonesia, una coppia gay sorpresa nella stessa stanza è stata condannata a 85 bastonate sulla pubblica piazza. E poi c’è la Cecenia.
Nel silenzio/assenso della Russia di un Putin ritenuto da menti bizzarre e fantasiose salvatore dei valori occidentali, in Cecenia i gay vengono rinchiusi in autentici lager e torturati. Soprattutto con l’elettricità. “Vedi che iniziano a girare la manovella, e sai che arriverà, e quando arriva il tuo corpo inizia a tremare, sai cos’è perché ci sei già passato, ma non capisci più cosa succede, urli di dolore che ti scoppia la gola, ti senti cadere, e poi ricomincia”, questo, assieme ad altre cose agghiaccianti, ha detto a L’Espresso un ragazzo che da quei lager è riuscito a scappare. Tre associazioni LGBT francesi – Stop Homophobie, Mousse e Comité Hidao France – ieri, davanti alla Corte Penale Internazionale, hanno denunciato il presidente ceceno Kadyrov per genocidio. Nel 2017.
Sarebbe bello chiudere dicendo che magari migliorerà, che i diritti aumenteranno, che le vite degli omosessuali, dei trans e di tutte le minoranze un giorno varranno – per tutti e in tutti gli ambiti – come quelle di un banalissimo etero. Davanti all’ottusità e all’ignoranza c’è poco da fare, se non essere tutti solidali. Non esistono diritti miei, tuoi, nostri, loro: esistono i diritti, punto. E lanciarsi in questa grande battaglia di libertà è un atto non solo di solidarietà, ma di giustizia.