Questa mattina Fabio Pontiggia ha rotto il silenzio e ha coraggiosamente deciso di pubblicare una sua rettifica riguardo alla bufala dei documenti della Polizia tedesca, poi rivelatisi falsi, pubblicata il 20 giugno dal Corriere e smascherata dai nostri articoli.
Coraggiosamente, sì. Perché se erano dovute le spiegazioni non erano dovuti né i contenuti della rettifica, né le scuse così sincere, né, soprattutto, la pubblicazione in prima pagina. Il giornalismo si basa sulla fiducia. Ammettere di aver sbagliato, e farlo in questa misura, rende onore a Fabio Pontiggia e al Corriere del Ticino, giornale pieno di ottimi e validi redattori che nulla c’entrano con bufale come questa della BKA, come quella dei 150 mila riservisti o quella dei video dell’Isis fatti dal Pentagono. Pontiggia oggi, scusandosi, ha difeso sia il suo onore sia quello della sua redazione.
La speranza è che il dibattito nato su questo caso, che ha avuto molto seguito nell’opinione pubblica ed è sfociato in questa rettifica, sia d’insegnamento sull’importanza, oggi più che mai, del non diffondere notizie false le quali, prima ancora che sui governi o sulle persone coinvolte, gettano discredito e fango su chi le pubblica.