Che bello il caso Argo 1. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Non è colpa di nessuno, chi sapeva si è ammutolito o ha ritrattato come nei processi di mafia quando il boss minaccia la tua famiglia, anche se noi non crediamo assolutamente che Beltraminelli arrivi a questi punti. Sotto sotto lui è davvero un buono. Un po’ pasticcione, ma buono.
L’ultimo capitolo, o penultimo, o terzultimo, insomma un nuovo casino, esce dalla messa a concorso per un nuovo mandato. Saltata la Argo 1, qualcuno che faccia il lavoro ci deve essere. Stavolta niente mandati diretti, e vorrei anche vedere, ma un bel concorsino con tutti i crismi e tutte le regoline al posto giusto. Ed è appunto per questo che ti incazzi. Leggiamo il bando per gli anni 2017-2019. Per definire quanto sei adatto a fare un lavoro, lo stato ti mette dei requisiti base. Ogni requisito ha una percentuale, in modo che chi ha la percentuale più alta si aggiudica l’appalto. Semplice.
In questo caso, i requisiti sono, ad esempio:
- prezzo 50% (un po’ altina la percentuale per un settore così delicato ma vabbé)
- referenze della ditta 20%
- struttura della ditta 10%
- responsabile dell’impiego 12%
- formazione degli apprendisti 5%
- perfezionamento professionale 3%
Come dice giustamente Henrik Bang, gran consigliere ed imprenditore forestale in un suo post:
“Caso Argo 1: ed ecco che sul foglio ufficiale viene pubblicato il concorso conforme alla legge sulle commesse pubbliche. Tra i criteri un 20% referenze della ditta, 10% struttura della ditta, 5% apprendisti 3% perfezionamento professionale per un totale di un 38% di criteri che la Argo 1 in ambito dell’incarico DIRETTO non aveva. Ora si vogliono le referenze ma prima NO? Come imprenditore mi sento leggermente preso per i fondelli…. Chissà quando arriverà pure a me un incarico diretto da 3,5 milioni…..”
In poche parole, difficilmente la Argo 1, se fosse entrata in lizza per un concorso, avrebbe preso l’appalto. E noi, poveri merli, ci domandiamo perché e come mai, ma nessuno è responsabile, boh…