Tirare acqua al proprio mulino è lecito, ma fatto da un ministro che dovrebbe essere di tutti i ticinesi e non solo della Lega,è veramente ignobile.
Ci si aspetterebbe perlomeno da Gobbi la correttezza dovuta al suo ruolo, ma probabilmente pretendiamo troppo. Al ministro Gobbi non interessa informare la sua gente di ciò che realmente succede in Ticino, ma piegare le statistiche ai suoi giochi elettorali. Vediamo in dettaglio perché accusiamo Norman Gobbi di disonestà intellettuale nell’interpretare a suo piacimento le statistiche di polizia.
In un’intervista alla compiacente Liberatv, Gobbi esterna il suo pensiero in merito alle violenze domestiche in Ticino scrivendo:
“(…)D’altra parte, però, è un numero che mi preoccupa. Mi preoccupa perché, anche se per ora a questo aumento non è data spiegazione, è una realtà che forse non ci appartiene così tanto, che non sentiamo nostra. Anche perché nel 69% dei casi di violenza domestica, statistiche alla mano, è coinvolto un cittadino straniero. (…)”
Come per lo sciopero e per la questione dei permessi facili, per Gobbi la violenza domestica è solo roba da stranieri. Ma cosa intende il ministro Gobbi? che a infliggere violenza sono il 69% di stranieri, o che in questo 69% ci sono anche vittime straniere? E poi è realistica questa statistica?
Siamo andati, per correttezza di informazione a spulciare le statistiche a cui si rifà Gobbi, e abbiamo trovato il dato che cita il ministro a pagina 15 del rapporto di attività della Polizia Cantonale 2016:
Su 672 infrazioni di violenza domestica:
il 31% riguardano coniugi svizzeri da entrambe le parti,
il 31% stranieri da entrambe le parti
il 38% coppie miste svizzero-straniere.
Quindi Gobbi ha sommato 31% stranieri + 38% coppie miste, raggiungendo il suo 69% di stranieri ed eliminando oltretutto qualsiasi confine tra vittime e carnefici. Se però ribaltiamo le cifre, possiamo altrettanto dire che nel 69% dei casi sono coinvolti degli svizzeri. Gobbi inoltre non ci dice chi sono le vittime (in maggioranza donne, circa il 70%) quindi il nostro Ministro della Giustizia non fa la differenza fra aggressore e vittima quando si tratta di stranieri.
Ma c’è di più, e cioè (sempre da statistiche federali di polizia del 2016) il tasso di vittime tra le donne straniere è maggiore rispetto a quello tra le donne svizzere (1 vittima svizzera ogni 2,4 straniere). Se è vero che la percentuale di coinvolti è in proporzione più alta fra gli stranieri, che spesso coincidono anche con le fasce più povere, è pur vero che Gobbi la fa lievitare artificialmente con la sua interpretazione dolosa mettendo in un solo calderone vittime e carnefici.
Gobbi, la prossima volta oltre alla statistica dovrebbe avere alla mano anche un testo di legge o un dizionario perché un Ministro della Giustizia che non fa la differenza fra vittima e aggressore è alquanto preoccupante.