Quando Attilio Bignasca lanciò la proposta di raccogliere le firme per destituire il governo a causa del ritiro dell’obbligo di presentare il casellario quando si richiede un permesso, da alcune parti si rise molto. Il coordinatore del partito con la maggioranza relativa in governo che chiede la destituzione di quel governo fa parte di quello strano e grottesco cinema tutto ticinese, ma che comunque ha seguito. Ci furono applausi infatti, oltre alle risate. Ci furono cori da stadio e auguri di morte istantanee agli altri membri del Consiglio di Stato, assieme a peregrine spiegazioni sulla inconsistenza di quella proposta – tra le quali quelle di Gas.
Adesso Attilio Bignasca ha fatto retromarcia, non vuole più raccogliere le firme. Piero Marchesi, deluso, ha affermato che se non raccoglie le firme il primo partito del cantone, non lo farà neanche lui. Ma di tutta questa vicenda rimarrà che Bignasca vuole destituire il Governo o che ha battuto ritirata accortosi della scelleratezza e dell’inutilità di quella raccolta firme? Per i leghisti, l’Attilio sarà il solito capo popolo pronto a difenderli o sarà quello che resosi conto della buccia di banana si è fermato un attimo prima di cadere?
Non sono domande da niente. In politica ormai vince l’urlo più forte. È questo quello che resta, quello che si sedimenta, quello che viene ricordato. Il sibilo seguente, anche se smentisce l’urlo, non lascia tracce. Positivo? Negativo? Non importa: è così. Quante volte ci siamo trovati davanti a scenari simili? Il Centro di Rancate era già pronto a subire un’invasione, mentre tutti i dati pubblicati, compresi quelli degli ultimi giorni, affermano il contrario. Il grande problema del boom dei richiedenti l’asilo alla frontiera denunciato da Lega e UDC poi non trova conforto nella realtà, nei numeri, che tutti impariamo a conoscere e usare alle elementari ma che poi alcuni, misteriosamente, mettono in secondo piano dietro alla più semplice propaganda.
Ma a cosa sono serviti i dati del misero numero di richiedenti asilo a Rancate? A cosa è servito sapere che da mesi il numero di disperati alla frontiera è in calo rispetto all’anno scorso? A poco. Perché questi sono sibili, esattamente come la retromarcia di Bignasca sulle firme per destituire il governo.
A questo, tra le altre cose, dobbiamo pensare quando ci chiediamo del perché movimenti come la Lega abbiano così successo. Perché non conta la realtà, come non conta cosa facciano concretamente. Conta solo cosa dicono.
Anzi, cosa urlano.