Oggi, per i razzisti, è il requiem. Ma partiamo con ordine.
Il controllore di Trenord che aveva denunciato di essere stato accoltellato da un immigrato senza biglietto, è stato smentito dalla procura: si è inventato tutto, e ora è accusato di calunnia, simulazione di reato e interruzione di pubblico servizio. La verità è che il controllore si era accoltellato da solo, nel bagno del treno. Ha confessato. E per giustificare la sua invenzione, alla procura che gli chiedeva spiegazioni, ha detto: “Volevo vendicarmi per una lite il giorno prima”.
Praticamente il controllore avrebbe accusato uno sconosciuto di tentato omicidio per vendicarsi di una discussione il giorno prima.
Ah, comunque la procura sta continuando a indagare perché anche l’avvenuta discussione il giorno prima è in dubbio.
Secondo requiem per i razzisti, sempre di oggi.
L’estrema destra europea e italiana, in particolare con Generazione Identitaria, aveva preso in affitto una nave per “ostacolare il lavoro delle ONG” che in mare salvano vite umane. Il progetto, già criminale di per se, era stato applaudito da tutte le pagine facebook di estrema destra, gli stessi iscritti che vengono qui, sulla mia pagina, a fare i loro bisogni mentali. Ebbene: oggi il comandante e il proprietario della nave anti-ONG sono stati arrestati per traffico di esseri umani e documenti falsi. Avrebbero infatti trasportato, secondo l’accusa, una ventina di persone di origine Tamil (fra l’India e lo Sri Lanka), fino a Cipro. Tra l’altro le persone trasportate hanno dichiarato di aver pagato diverse migliaia di dollari per il passaggio.
Il comandante della nave anti-ONG e il proprietario si sono giustificati dicendo che quelle persone, in realtà, erano apprendisti marinai, e avrebbero “pagato il viaggio per venire a convalidare il loro diploma”. Però non gli hanno creduto (chissà come mai) e attualmente sono al gabbio con l’accusa – appunto – di traffico di esseri umani e documenti falsi.
Perché gira che ti rigira, chi fa le sue battaglie contro gli sfruttati, alla fine si rivela sempre essere uno sfruttatore.
Saverio Tommasi