Dall’odierno scambio di opinioni tra Angelica Lepori (sul CdT) e Manuele Bertoli (sul blog ripreso dai media online) emerge chiara una realtà degna di riflessione. La riforma della scuola ticinese non sembra affatto essere messa in pericolo da quelli che, notoriamente e ideologicamente, sono contrari al miglioramento della scuola pubblica e vorrebbero piuttosto reintrodurre concetti di vecchio stampo: l’inconsistenza dei loro argomenti appare evidente.
Il concreto rischio attuale è piuttosto dato dal mancato sostegno alla riforma da parte di coloro che dovrebbero rallegrarsene, ma non si accontentano e vorrebbero molto di più. Quelli che riconoscono lo sforzo fatto nella giusta direzione, ma lamentano i mezzi finanziari limitati e sottolineano i mille difetti che comunque persisterebbero. Quelli che chiedono il supereroe; che anche ad un Franscini contemporaneo risponderebbero con una sonora pernacchia. Quelli che a Bertoli non perdonano di non essere il “Che” Guevara dell’istruzione scolastica ticinese.