Cifre in nero, sì. Ma come sempre nessuno dice che questo guadagno per il cantone è merito dei socialisti. Perché? Subito spiegato. Vitta avrebbe voluto una maxi amnistia, che avrebbe dovuto far rientrare i dobloni nelle casse ticinesi, ma come? Con delle condizioni allucinanti che gridavano vendetta al cielo: chi fosse uscito allo scoperto dichiarando i suoi milioni, non solo non avrebbe pagato la multa, ma avrebbe avuto uno sconto del 70% sulle tasse da pagare. A parte l’ingiustizia plateale nei confronti di noi poveri pirla che le tasse le avevamo pagate al 100% , avremmo guadagnato il 30% in meno del dovuto.
Il PS fece ricorso al Tribunale Federale, tacciato anche allora di tradimento, come capita ormai quasi di default, si vide dare ragione e Vitta e i liberali furono costretti a ritirare il loro progetto che avrebbe aiutato, come al solito, soprattutto gli amichetti evasori e milionari.
La mini amnistia federale invece, molto meno gentile nei confronti degli evasori, ha fatto emergere una bella paccata di milioni, tassati come dovuto. Solo nel 2016, più di 4 miliardi di franchi, frutto di 2’680 autodenunce. Tra incasso delle imposte e gli interessi, il cantone ha incassato l’anno scorso più o meno 200 milioni, e 144 i comuni. Nel primo semestre del 2017, erano già 31 i milioni supplementari dovuti all’amnistia e ora si presume che i conti del cantone finiranno in pareggio se non addirittura in utile. Ma la cosa che fa ridere amaro, è che gli effetti di questa mini amnistia federale, si sentiranno anche probabilmente negli anni prossimi. Pelin Kandemir, autrice del ricorso, l’anno scorso dichiarava a GAS:
“se fosse passata la proposta di amnistia cantonale, il Cantone avrebbe rinunciato al 70% accontentandosi di incassare 58 milioni. La stessa cosa vale ovviamente anche per le casse comunali. Rinunciare ad incassare 135 milioni sarebbe stato un atto di irresponsabilità che oggi avrebbero dovuto pagare tutti i cittadini e le cittadine.”
Facendo il paragone con la grande vittoria sulle due ore di civica mensili dell’UDC, c’è da domandarsi veramente chi è che fa l’interesse dei ticinesi.