Pene pecuniarie “sospese condizionalmente”, significa che non le paghi a meno di non fare un’altra stupidata negli anni seguenti. Questa è la punizione ai protagonisti dell’affaire dei permessi facili nel dipartimento di Gobbi. Dipartimento assai generoso tra l’altro, visto che la cinquantenne recentemente condannata, si fa per dire, visto che si è beccata una multa di 1000 franchi, quello che paghi per un radar se fai il cretino al volante, rimarrà a lavorare in governo. Passerà però al DSS di Beltraminelli, così impara.
Ah, e la declasseranno a impiegata d’ufficio. Adesso, senza voler essere forcaioli, io un funzionario corrotto lo licenzio. Ci sta la multa, non pretendo il carcere ci mancherebbe, lo scopo non è vedere il sangue, ma non è tollerabile che un funzionario statale, che sia un poliziotto, un amministrativo o un docente, si macchi di truffa, di corruzione nei confronti dello stato e dei cittadini e rimanga al suo posto.
A tutti gli effetti, queste persone hanno tradito la fiducia dei cittadini, che con i loro contributi provvedono allo stipendio di coloro che li hanno turlupinati. Non è solo una questione di etica, ma anche di correttezza nei confronti della marea di funzionari onesti che per il nostro stato lavorano. Cosa diciamo a loro? La tua collega è stata birichina e adesso lavora al DSS per punizione? Lo scandalo dei permessi facili non è stata una bagatella, ma una truffa chiara ai danni dello stato. Siamo comunque felici che il dipartimento di Gobbi, così integerrimo con i migranti, sia indulgente e pietoso verso i suoi dipendenti che truffano i ticinesi.