“Secondo me è un’iniziativa troppo radicale. Il canone non viene abbassato a 200 franchi, come sarebbe giusto, ma passa a zero. E questo, è bene sottolinearlo, praticamente da un giorno all’altro. Qualora venisse accolta, una simile proposta metterebbe senza dubbio in ginocchio il servizio pubblico, l’azienda e molte famiglie. Io non me la sento.”
Chi ha pronunciato queste parole ragionevoli e sensate? Un compagno? Un fuco di Stato? Un “grattaculo della R$I”? Uno dei tanti giornalisti di Comano e Besso che con pacatezza e rispetto stanno spiegando a cosa porterebbe l’iniziativa No Billag qualora venisse approvata? No. A dirle, intervistato da Liberatv, è stata una delle persone più a destra di questo Cantone: il consigliere nazionale democentrista Marco Chiesa.
Parole ragionevoli, dicevamo. Perché sebbene ci siano una critica a certe scelte dell’Ente e un rimarcare la propria posizione, c’è anche quello che manca al suo (ex?) galoppino da tre e una cicca Alain Bühler: il senso della realtà. Basta leggere il testo dell’iniziativa: in caso di approvazione, mai più canone, zero sovvenzioni, zero franchi. Abbassare il canone a 365 franchi all’anno porterà, lo abbiamo già scritto, al 20% di tagli: immaginatevi che macelleria sociale avverrebbe in caso di successo dell’iniziativa.
Cosa farà l’UDC adesso? Andrà contro il proprio consigliere nazionale o, come è sembrato guardando in giro sui social ieri pomeriggio, è iniziato il riposizionamento che metterà nel cono d’ombra che merita Alain Bühler e quelli che non vedono l’ora di veder licenziati 1’100 ticinesi? Nell’attesa prendiamo i popcorn e ci godiamo le ennesime contraddizioni di quel mondo fantasy che è la destra ticinese.