La notizia che riguarda Cablecom è pura dinamite e ad aver acceso la miccia è stato nientemeno che The Telegraph. Secondo le indiscrezioni raccolte dal giornale londinese, il colosso statunitense Liberty Global, proprietario di UPC Austria e UPC Svizzera, sta seriamente valutando la possibilità di vendere proprio queste ultime due. Dopo aver sperperato gli ultimi centesimi in malo modo e trovandosi a corto di liquidità, il leader mondiale della televisione via cavo e satellitare oltre che maggior fornitore della connessione a banda larga di internet, vorrebbe ora batter cassa.
Tutti noi lo sappiamo benissimo, non bastano mai e c’è sempre bisogno di soldi, soprattutto quando li si spendono alla cazzo. E che UPC Cablecom, in Svizzera, abbia sperperato l’ira di Dio cercando in tutti i modi di fare terra bruciata attorno – per esempio – alla SSR, lo dimostrano sia la querelle relativa l’acquisto e la cessione dei diritti sportivi che le polemiche innescatesi attorno all’iniziativa NO Billag, avendo, fra l’altro, dalla sua perfino politici del calibro dell’ondivago Lorenzo Quadri (leggi qui http://gas.social/2017/11/quadri-l86-della-ssr-sinistra/).
Denari necessari per soddisfare il principale desiderio di Liberty Global che, al momento, è quello di convolare presto a giuste nozze con la britannica Vodafone. Una fusione da 175 miliardi di dollari per la quale la parola d’ordine è appunto liquidità. Un matrimonio d’interesse che regalerebbe a entrambe le aziende i soliti grandi vantaggi millantati in occasione di queste megafusioni strategiche. La possibilità di ottimizzare, razionalizzare, risparmiare e – non da ultimo – licenziare.
Una voracità e un’ambizione che UPC Cablecom aveva già dimostrato di avere in occasione dell’acquisizione dei diritti per le partite di campionato di disco su ghiaccio, ottenute dalla Lega Hockey per la modica cifra di 34,5 milioni di franchi a stagione. Hockey che ben più di qualche grattacapo aveva causato al servizio pubblico, RSI compresa. Tanto che avendo, la SSR, ritenuto inaccettabili le cifre pretese da UPC Cablecom, quest’ultima aveva fatto la gioia di Teleticino che in pratica si era vista regalare i derby fra Ambrì e Lugano.
Ma la vera ciliegina sulla torta è adesso scoprire, sempre stando alle rivelazioni del quotidiano britannico, le ragioni alla base della scelta di liberarsi delle sue controllate svizzere e austriache. I risultati economici ottenuti finora, sono ritenuti insoddisfacenti. E, guarda caso, ad aver inciso negativamente in Svizzera, oltre al taglio dei prezzi operato da Swisscom nell’offerta della banda larga che chiamasi concorrenza fino all’ultimo abbonato, sotto accusa c’è proprio l’acquisizione scriteriata dei diritti sportivi. Insomma, per la serie: la sera leoni la mattina coglioni. Dopo aver scialacquato come se non ci fosse un domani, la cicala ora, in vista delle imminenti nozze si fa formichina, alla faccia di chi formica lo è da una vita.