Durga è una dea del pantheon indù. Una figura macabra e creatrice al tempo stesso. “Colei che non si può avvicinare” rappresenta la distruzione, ma anche la potenza creatrice femminile.
È raffigurata come una donna che cavalca un leone, le sue numerose braccia impugnano armi o compiono gesti rituali.
Durga fa paura, è creazione ma anche morte. Nella sua declinazione distruttiva, come Kali la Nera, è agghindata con collane di teschi e di mani recise, la lingua penzolante e le zanne affilate.
Ecco cosa ci aspetta, e lo dico con speranza. Le zanne affilate di donne per secoli sottomesse, schiavizzate e ritenute inferiori, si aprono per trinciare e affondare ribellandosi. È passato un anno dalla Women’s March, la grande manifestazione in cui migliaia di donne statunitensi agghindate di rosa, protestarono contro il presidente Trump e i suoi atteggiamenti maschilisti. Poi il caso Weinstein e la valanga che l’ha seguito, con altre donne, stavolta in nero, che alla serata dei Golden Globe marcarono il territorio col focoso discorso di Ophra Winfrey, una leonessa del palcoscenico.
Se ad alcuni potranno sembrare atti disgiunti, molti hanno invece l’impressione che, come nel ’68, e forse più femminile ancora, sia la protesta di oggi, non disposta a compromessi, rabbiosa e decisa. La discriminazione di genere alimenta entrambe le proteste, quella rosa e quella nera, e le accomuna in un’onda che sembra ruggire sempre più alta.
Un messaggio che, sulla schiuma del flutto, parla di uguaglianza e di pari opportunità.
Forse oggi siamo davvero di fronte a una nuova era, e lo dobbiamo al presidente Trump, che con la sua sicumera e sfacciataggine, con i suoi commenti pesanti e avvilenti, ha svegliato una parte di America e, diciamolo, anche del mondo, che si credeva in parte rassegnata. Oggi le nostre donne cavalcano il leone insieme a Durga. In una mano reggono il tridente e con l’altra la bilancia della giustizia.
La Festa delle Nove Notti è la commemorazione religiosa più importante in India. È dedicata alla declinazione della dea che si manifesta in Navratri. Alla dea (Kali/Durga) Kali, si chiede che distrugga i nostri vizi e annichilisca le tendenze animalesche presenti nella nostra natura. Tre giorni dopo tocca a Lakshimi, dea della prosperità che trae profitto dal cambiamento avvenuto. Lakshimi ci regala amore, gentilezza, devozione, pazienza, sopportazione e carità. È poi Sarasvati, la saggezza, a chiudere il cerchio dei nove giorni.
Ed ecco li il percorso che ci attende, che dovremmo fare tutti: tolte rabbia e prepotenza, aprire l’anima ad amore e comprensione e con saggezza ricostruire un mondo che ha tenuto le donne per troppo tempo sottomesse e in disparte.
Oggi è iniziata l’era di Durga.