Chris Hanretty, docente di Scienze Politiche all’Università di Londra, ha pubblicato uno studio sull’ indipendenza nel servizio pubblico radiotelevisivo di tutta Europa. Il risultato è interessante e dovrebbe inorgoglire tutti coloro che hanno seri rimpianti sulle eccellenze elvetiche che però ancora esistono.
Una di queste è la democrazia, invidiataci in molti paesi, e l’indipendenza della nostra radiotelevisione. Hanretty intraprende studi su due vaste aree legate alle interconnessioni politiche. La prima si occupa delle interazioni e influenze tra politica e magistratura, la seconda riguarda il legame che hanno gli elettori coi loro rappresentanti in Parlamento e sviluppa metodologie di stima e statistica per avvicinarsi il più possibile alle reali motivazioni degli elettori. Insomma, una roba complicata che non fa nè per me nè per molti di voi.
Un suo grafico interessante è quello in merito all’indipendenza, appunto, dei servizi radiotelevisivi in Europa. Se lo schema di Henretty è oggettivamente datato di qualche anno, più recente è il tema dell’indipendenza dei media in Europa, tenuto a fine 2016 dalla Commissione Europea. Da statistiche, infatti, i cittadini europei si dicono inquieti per l’indipendenza dei mezzi di comunicazione, hanno poca fiducia nei media e sono preoccupati per l’impatto dell’incitamento all’odio online. Al punto che il vice presidente della Commissione, Timmermans, dichiarava all’apertura del convegno:
“La libertà e il pluralismo dei media sono il fondamento delle nostre società democratiche. Senza mezzi d’informazione di qualità, il dibattito pubblico non può svilupparsi. Per questo dobbiamo garantire che i giornalisti possano esercitare il loro mestiere in totale libertà. Perché le nostre democrazie funzionino correttamente, i cittadini europei devono avere fiducia nell’indipendenza della stampa.”
E secondo Henretty la Svizzera è la migliore di tutti, situandosi al primo posto in Europa, con un punteggio di 0.96 su 100. Basti pensare che il Paese peggiore è ritenuto la Bulgaria, con lo 0,27.
Anche l’Italia, e qui vediamo il dato interessante, posizionata allo 0,81 fino al 1993, col ventennio Berlusconi vede un crollo allo 0,42. L’esempio italiano ci insegna cosa voglia dire e che valore abbia l’indipendenza del settore radiotelevisivo in un Paese democratico.
La SSR non è solo una televisione che trasmette sport e film, ma è la nostra storia e la garanzia di un futuro pluralista e democratico.