Lorenzo Quadri parlava di isterismo dei contrari a No Billag. A san po pü, scriveva sul suo giornale, una grancassa mediatica che ogni domenica ci propinava dai 15 ai 20 articoli che sistematicamente denigravano, aggredivano o sminuivano i fautori del NO.
Questo sarà, perlomeno per GAS, l’ultimo articolo su No Billag. Seguiremo comunque domenica la votazione dalla sala stampa della RSI e vi informeremo puntualmente sui risultati. Ultimo nostro contributo è la tabella che alleghiamo, che al saldo delle farneticazioni di Quadri e dei suoi compari, riporta gli sforzi dei pro e dei contro nei vari Cantoni.
Possiamo vedere subito l’enorme differenza di risorse finanziarie gettate nella mischia. Sei i fautori del No a No Billag si sono concentrati soprattutto sul volontariato, l’attivismo sui social e la disponibilità di amici e simpatizzanti, come per gli striscioni affissi in tutto il Ticino (pagati dai simpatizzanti stessi), dall’altra parte assistiamo a spese ingenti per annunci e pubblicità, con un’evidente sproporzione. Una sproporzione che dovrebbe perlomeno dare da pensare.
Mal si capisce, infatti, da dove saltino fuori i soldi da parte dei fautori per le decine e decine di inserzioni e banner pubblicitari che hanno gremito portali e giornali in queste ultime settimane. Sommate i soldi devoluti al Mattino da UPC Cablecom e fate due più due. Sarebbe bello se fossero Quadri e Bühler ora a dirci da dove cavolo sono spuntati tutti i copechi per una campagna battente di questa misura e di conseguenza chi se ne avvantaggia, perché, checchè se ne dica, nessuno finanzia una campagna del genere se non ha un tornaconto.
Vi abbiamo già spiegato i giochi della cricca più volte (leggi qui e qui e qui). Per la trasparenza aspettiamo che i porci mettano le ali.