Il post che Marcello Foa, amministratore delegato del gruppo Corriere del Ticino, (e ieri nominato a presidente del Cda RAI), ci propina sui social, non è neanche particolarmente tremendo. Anzi, nel suo concetto professionale è anche logico. L’attenzione però, anche qui, come fu per Quadri, va ai suoi followers. Se così possiamo chiamare il branchetto che lo segue.
Il post di Foa, infatti, diventa immediatamente pretesto per prendersela con gli omosessuali, con dichiarazioni e concetti vergognosi. Una marea di porcherie che non fanno che corroborare la tesi che chi segue Foa e quelli come lui, è una banda di frustrati, paranoidi e aggressivi. Persone cui la politica importa fino a un certo punto, l’importante è trovare spunti per denigrare categorie che ormai conosciamo bene: omosessuali, migranti, stranieri, Rom. Il tutto in un fantastico minestrone di odio. Pensare che oggi questo personaggio è a capo dell’ente radiotelevisivo italiano fa scendere i brividi lungo la schiena.
Capitava anche a Quadri, che dopo numerose denunce, aveva invitato i suoi irruenti amici a moderare i termini (leggi qui). Il Mattinonline invece, aveva addirittura dovuto chiudere i battenti su Facebook, completamente incapace di controllare la slavina di turpiloquio, insulti e minacce al seguito dei suoi post provocatori.
Ora torniamo a Foa, e domandiamoci se è giusto che un uomo che insegna nella nostra università ai corsi di giornalismo, un uomo che rappresenta il maggiore gruppo mediatico in Ticino, un uomo a capo della RAI, non si vergogni e non reprima pubblicamente le schifezze che seguono i suoi post. Noi, che siamo cattivi, ve ne forniamo un ricco campionario, siate voi a decidere e a giudicare.