Pierre Maudet deve dimettersi cessando così di ricoprire la carica di presidente del governo ginevrino. A chiederne la testa, a volere le dimissioni del giovane rampante politico liberale radicale è la sinistra che ritiene gravi e francamente inaccettabili le prove finora emerse riguardo a un suo viaggio fatto negli Emirati Arabi pagato da un amico sceicco. Per il Ministero pubblico cantonale, che ha deciso di avviare un procedimento contro Maudet, l’accusa è di aver ottenuto tutta una serie di vantaggi proprio riguardo a questo suo viaggio in compagnia della famiglia e di due amici in occasione del gran Premio di Formula Uno ad Abu Dhabi di tre anni fa.
Eccolo lì, il povero Pierre, beccato con le mani ancora sporche di cioccolata. Che va bene se hai sei anni. Ma non se ricopri un ruolo strategico come quello che vede Maudet a capo dell’esecutivo cantonale. Le continue e accertate bugie raccontate finora in merito alla vicenda che lo vede al centro della bufera mediatica e giudiziaria dimostrano l’arroganza e la superbia di chi, una volta a capo del governo, trovandosi nella stanza dei bottoni, in pratica può e decide di fare quel che vuole. Un po’ come gli pare a lui. Un atteggiamento che ritroviamo identico in tutta una serie di personaggi politici, tutti creati con lo stesso stampino, che invece di preoccuparsi del bene della comunità pensano agli affari propri, magari anche accettando e facendo favori al di fuori delle regole consentite.
Maudet si è detto pronto a rinunciare all’immunità. Ha però ribadito di non voler prendere decisioni affrettate che, tradotto, significa di non aver nessuna volontà di schiodare a meno che non sia costretto a farlo. Il parlamento deciderà sulla questione dell’immunità nel corso di una seduta a porte chiuse fra una decina di giorni al massimo e, a quel punto, vedremo se le diverse decine di migliaia di franchi pagati dallo sceicco Mohammed ben Zayed Al Nahyane avranno un peso o meno sulla bilancia. Sceicco con il quale Pierre Maudet dice di essersi incontrato per caso, nel corso di un viaggio assolutamente privato.
Non dello stesso parere è però la magistratura che ritiene che il viaggio aereo in business class e l’alloggio siano finiti sul conto della casa regnante del principe ereditario di Abu Dhabi, nuovo uomo forte degli Emirati Arabi. All’inizio delle indagini, il presidente del governo ginevrino aveva dichiarato che la fattura era stata pagata da un imprenditore libanese, amico di un amico, cosa che però si è rivelata essere una bugia dalle gambe cortissime. Ciliegina sulla torta, lo vogliamo ricordare, Pierre Maudet era anche stato uno fra gli avversari di Ignazio Cassis nella corsa al Consiglio federale. Per la serie “a Palazzo federale solo il meglio”. Insomma, staremo a vedere quali saranno gli inevitabili sviluppi.