Passi concreti nei confronti dell’ambiente si possono fare. La pressione dei consumatori consapevoli è una. Io ho un’amica che se i broccoli sono nella vaschetta invece che nel cellophan non li compra, va pure a sgridare il commesso.
Mi sembra giusto portare all’attenzione dell’ignaro e occidentale lettore, colui che sfiduciato pensa non sia possibile fare a meno di quintali di plastiche, questa iniziativa di un supermercato Tailandese.
Questo negozio ha, secondo i nostri canoni, rivoluzionato il packaging dei prodotti freschi, avvolgendoli in fogli di banano al posto della plastica.
A dire il vero, i simpatici gestori Thai non hanno inventato un bel niente, hanno semplicemente ricominciato a usare un sistema che in Asia è in uso da millenni e cioè, usare le foglie di banano, che sono utilizzate per trasportare, avvolgere e cucinare cibi.
La cattiva notizia se volessimo farlo noi, è che non si può avvolgere, a meno di non avere smisurata pazienza, le zucchine negli aghi di larice o nelle foglie di castagno. La buona è che se andiamo avanti così col riscaldamento climatico, la coltivazione dl banano, oggi sporadica a sud delle Alpi, potrebbe diventare redditizia.
Pensandoci bene però, quel benedetto passo indietro dalla plastica a più arcaici sistemi di imballaggio potremmo farlo anche noi, basterebbe regredire agli anni ’60, dove salumieri e verdurieri usavano i cartocci, si metteva la roba nella sportina riutilizzabile, o quando la mamma ti mandava a prendere il latte di morandiana memoria con la tanichetta di alluminio.
Insomma, per inventare qualcosa di nuovo, dobbiamo rifare ciò che si faceva una volta. Insomma, la soluzione è lì sotto gli occhi di tutti, ed è…banale!