Eppure io mi ricordo un
tempo, neanche troppi anni fa, in cui uno, anche se lo era, mai avrebbe ammesso
di essere razzista, fascista, di credere che la terra fosse piatta. Mai avrebbe
pubblicamente denigrato ragazzine affette da sindromi, mai avrebbe ammesso o
tantomeno si sarebbe vantato di non credere alla scienza.
Mi ricordo un tempo in cui persone così
sarebbero state emarginate, ridicolizzate, ignorate.
Abbiamo perso il pudore, lo abbiamo sacrificato
sull’altare del piacere del confronto. Anzi: dello scontro.
Oggi c’è chi non ha vergogna di dire che pensa che le scie chimiche esistano,
che il mondo sia governato dai Rettiliani, che rinnega il progresso.
Roba che mio padre mi avrebbe preso a botte.
Oggi in tv non ci vanno più quelli intelligenti, ci vanno i belli.
Oggi essere stupidi è considerata una virtù, ci si riempie la bocca di parole
come “popolo”, “gente”, arrogandosi il diritto di parlare a nome di maggioranze
che non esistono. Oggi c’è chi insulta pubblicamente, chi invoca punizioni
esemplari (ma sempre solo per gli altri).
Stiamo vivendo un nuovo Medio Evo.
La Rivoluzione Digitale sta creando nuove classi: non è più questione di
ricchezza, di istruzione, età o sesso. Oggi ci dividiamo in buoni e cattivi. Ma
ovviamente ognuno di noi traccia la propria linea.
La condivisione del sapere ha creato ignoranza. La condivisione della
comunicazione ha creato egocentrismo.
Forse, lo spero, è solo un passaggio. Guardo ai giovani e vedo che riconoscono
le fake news a prima vista. Ma temo che loro guarderanno a noi come a una
generazione di incredibili, grandissimi, assoluti imbecilli.
Gino Ceschina