Carmen ha 76 anni. Vive, speriamo serena, nel suo limbo dettato dalla demenza senile, una malattia che insieme all’Alzheimer ci chiude lentamente in uno steccato di ricordi antichi e smemoratezze recenti, una terra di nessuno dove vivere può diventare difficile e faticoso.
Ancora più faticoso è forse però per noi che rimaniamo, i figli e i compagni, che si vedono scomparire giorno dopo giorno dalla lavagna che è il volto della persona amata.
Carmen vive a Sanford, nel Maine, lo Stato reso famoso dai racconti di Stephen King, che insieme all’orrore ci ha anche trasmesso l’incommensurabile e quieta bellezza delle estreme propaggini del nord degli Stati Uniti. Uno Stato stretto tra l’Atlantico e il Canada, dove gli aceri, ogni autunno si tingono dei colori del fuoco.
Vi lascio al video che ho allegato. In queste immagini così semplici e sì, anche gioiose, c’è tutto il succo dell’essere umano. Quando Carmen, che è non udente, a un certo punto dialogando coi linguaggio dei sordi riconosce la figlia. Una figlia che col sorriso e la gentilezza, guida la madre suscitandone i ricordi e permettendole per un momento di rivedere la luce. Perché svegliarsi dal torpore e ricordarsi che la donna che abbiamo di fronte è nostra figlia è un incredibile regalo. Un regalo che dovrebbe rimanere cristallizzato per sempre, nel tessuto dei nostri nervi, come una sensazione di benessere una volta che il ricordo sia di nuovo disgregato come un filo di fumo nel vento.
Dedicato a tutti coloro che hanno avuto accanto a sé delle lavagne cancellate e la voglia prorompente di riscriverci qualcosa.