Jess prende la matita dal suo astuccio col disegno di tartan rosso e nero, una 2H dalla mina dura, la preferisce perché così la sua grafia traballante di settenne risulta più precisa e minuziosa. Inumidisce la punta prima di cominciare a scrivere, come gli ha insegnato il nonno, e appoggia la mina di grafite sul foglio:
“ Caro postino, potresti portare in paradiso i miei auguri di compleanno a Papà? Grazie.”
Prende la cartolina, senza francobollo, e la infila nella cassetta delle lettere della Royal Mail inglese. Jesse sono quattro anni che pensa al suo papà che è morto e lo ha lasciato lì, con la sua matita e i suoi fogli. Ogni tanto, come oggi, manda al papo gli auguri.
È la mamma di Jess a raccontarci che ne è stato di quella lettera, e chi pensa che gli inglesi siano compassati e stitici di sentimenti deve ricredersi. Anzi, sono le poste inglesi, sotto forma di un postino più attento di altri forse, o di un funzionario postale che, invece di archiviare la lettera in un polveroso cassetto hanno deciso di dare una svolta alla vita di Jess, rispondendogli direttamente:
“E’ stato difficile evitare le stelle e altri corpi galattici per arrivare fino in paradiso. Tuttavia sappi che questa lettera così importante è stata recapitata. La prorità della Royal Mail è di consegnare con successo la posta dei nostri clienti e so quanto quella cartolina fosse importante per te. Continuerò a fare di tutto per assicurarti che (le tue lettere, ndt) saranno sempre consegnate fino in paradiso”
Ci frega se esiste il paradiso? Mica tanto in fondo, ci immaginiamo però il postino inglese che, come in una storia di Roald Dahl, sfreccia nello spazio siderale scivolando intorno a galassie e supernove, arrivando fino al babbo di Jess, che come il Piccolo Principe sta seduto su un asteroide a guardare il cielo e a pensare ai massimi sistemi.
Il paradiso in fondo non è nel cielo, ma nel cuore di un postino.
Teri Copland, la mamma di Jess, ha scritto ringraziando chi ha avuto tanta sensibilità:
“Non riesco a immaginare l’emozione di mio figlio nel sapere che la sua cartolina è arrivata fino al papà… Non era necessario farlo, sarebbe stato facile ignorarlo, ma il fatto che abbiate deciso di impegnarvi per questo bambino che non avete mai visto è una cosa così bella. Mi avete restituito fiducia nell’umanità”.
No, non era necessario farlo ma qualcuno lo ha fatto. Questa è la bella umanità, questo è il motivo per cui si può continuare a sperare, sempre, in un futuro migliore, non tra gli spazi siderali della fantasia, ma qui sulla terra.