Dopo una notte infernale, nel senso vero delle temperature, prendo finalmente sonno. Nel bel mezzo di un sogno in cui stavo pulendo casa con soddisfazione ai massimi livelli, parlo di qualità “malati di pulito” mica sciacquette, GNEEEEEEEE suona il citofono. Facesse almeno driiiin ‘sto cazzo di sqillo, no non lo fa causando l’esplosione delle coronarie tutte e 3 ictus. Comunque rispondo più rintronata del normale, che già è dura, “buongiorno Signora è il postino ho una raccomandata per lei”. Panico, sudori freddi, una vita che mi passa davanti con domande di vario genere tra me e me “che cazzo ho combinato? Ho pagato tutte le bollette? Ho giocato il lotto? Ho uno zio ricco che ha esalato l’ultimo respiro?”
“Scendo” corro a vestirmi, infilo un reggiseno, un pantaloncino, la maglia del pigiama, credo anche le ciabatte ma non ricordo. Arrivo giù grondante di sudore, con le cispe negli occhi e mi trovo il postino scocciato che mi guarda. Lo guardo con gli occhi pieni di speranza. Niente era la letterina dell’amichetta di mia figlia che si è trasferita, sono piena di sentimenti d’amore e felicità, la stessa che proverà A. al ritorno dal mare. Una letterina scritta a mano e consegnata dal postino, come ai tempi miei, senza tablet, senza whatsapp, senza mail, una semplice e meravigliosa letterina scritta a mano.
Grazie mondo per esserti fermato un istante per queste bimbe, impareranno l’attesa di una risposta, di una consegna, la speranza di non perdersi di vista e io con loro torno di nuovo bambina.
Valentina Da Col