Fra il gridare “al lupo al lupo” o “al fascista”, c’è davvero poca differenza. Soprattutto di questi tempi. Basti pensare al parallelo tracciato tra il “chiediamo i pieni poteri” pronunciato da Benito Mussolini nel 1922 e il “Chiedo i pieni poteri” detto dal ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini nei giorni scorsi, quelli che hanno accompagnato l’attuale crisi di governo.
Un esempio questo che è solo l’ultimo degli ammiccamenti e dei rimandi al fascismo e al Duce collezionati del capitano Matteo, ovvero da quello stesso Salvini, prima sbugiardato dal premier Giuseppe Conte nel momento in cui ha comunicato di voler rimettere il suo mandato nelle mani del presidente Mattarella e poi preso a male parole perfino da Flavio Tosi, ex sindaco di Verona che, per molto tempo, è stato uno dei suoi sodali.
“Eccolo lì, Salvini – ha dichiarato con una lettera aperta alla stampa colui che è stato buttato fuori dalla Lega a calci in culo non appena ha provato a dissentire e a sganciarsi dalla linea del suo ex presidentissimo – a lezione da Giuseppe Conte, che gli ha spiegato il senso delle istituzioni democratiche e di fronte al Paese lo ha inchiodato davanti alle sue responsabilità definendolo sleale, bugiardo, opportunista, assenteista e completamente ignaro dell’abc costituzionale”.
“Insomma un incapace, un fannullone e un traditore, come chi scrive ha sempre sostenuto. Del resto – prosegue Flavio Tosi – chi tradisce una volta, tradisce sempre: e Salvini nella sua vita politica ha tradito nell’ordine Bossi, Maroni e il sottoscritto, ma soprattutto gli ideali federalisti e liberali della Lega. Ovvio che per esclusivo tornaconto prima o poi arrivasse a tradire anche il suo governo”.
Ora, che Salvini sia davvero “un buffone senza dignità” o “un nanetto politico ex comunista padano” poco importa. Quel che invece va annotato è come, per una strana legge del contrappasso, dopo aver generosamente regalato insulti e lanciato proclami a piene mani, ora sia finalmente cambiato il vento e giunto il suo turno. Quello delle torte in faccia. Ma anche delle pugnalate a tradimento da parte di chi lo ha mal sopportato e subìto in silenzio.
Perché come diceva Marx la storia si ripete due volte, la prima in tragedia, la seconda in farsa, e i recenti fatti che hanno segnato la crisi di governo, più che il dramma del fascismo ricordano solo certe commedie di bassa lega (stavolta scritto minuscolo). Dove l’ennesimo ammiratore dell’ex dirigente del KGB che governa, con poteri abbastanza pieni, la Russia, è finito a gambe all’aria convinto di poter piegare la democrazia e le sue regole ai propri capricci. Perché solo i bambini e gli imbecilli fanno i capricci.