Che orrore questa epoca, che lenta agonia subisce il mondo. Un pianeta devastato da menti scaltre e raffinate, e una popolazione che non è più in grado di scegliere il giusto. Viviamo gli orrori quotidiani dell’immenso rumore, del clima che cambia e peggiora, dell’acqua che non basterà più. Siamo tutti colpevole di un consumismo sfrenato, siamo tutti complici delle condanne inflitte a genti e animali.
Ci muoviamo e viviamo nella pura utopia del benessere, e non ci accorgiamo del danno e dei relitti che lasciamo al nostro passaggio. Famiglie disgregate e figli proiettati come missili a ricalcare i nostri errori, sperando riescano a fare peggio.
E siamo tristi, avvolti nella sicurezza del tangibile, ovattati e coccolati dalle conquiste economiche e materiali. Siamo diventati oggetti, uguali o peggiori di quelli che acquistiamo. Siamo ombre materiali che occupano e devastano l’ambiente; siamo possessori di beni e di servizi e abbiamo scordato cosa davvero contava e ciò per cui vale la pena vivere e lottare.
Non torneranno più gli anni passati, neanche raccontandoli in mielosi passaggi e in discorsi nostalgici. I nostri figli avranno del nostro passato la stessa visione che noi abbiamo avuto ai racconti dei nostri genitori: un’ipotetica accondiscendenza basata sulla fiducia della verità narrativa.
Loro non sapranno mai cosa era l’epoca trascorsa, saranno uomini che vivono un tempo diverso, un mondo diverso, diverse tragedie e diverse conquiste.Ma stiamo lasciandogli un deserto emotivo e un oceano di sconfitte. Saranno loro a redimere e riscattare la nostra viltà? No, vedo un mondo che va a rotoli e genti rassegnate dove regna l’ignavia.
Armando Gentile