Il bosco si é richiuso dietro di lui cancellando il sentiero.Filippo, il mio nipotino, é rimasto là, tra gli alberi e i fiori.Diventerà un albero come tutti coloro che si sono persi nel bosco. Ed io lo vedrò, ogni giorno, con le sue piccole foglie appena mosse dal vento.
Le foreste di “quelli che non tornano”, sono fatte di alberi che la natura fa crescere e conserva, che la natura accoglie e protegge. Sono le foreste del nostro conforto. Foreste del nostro immutabile ricordo.
Il mio piccolo albero diventerà grande, darà riparo e quiete. Noi lo vedremo crescere e ritroveremo quel bambino, in ogni albero che incontreremo, in ogni foglia e, ogni radice, sarà la sua presenza.
Perché tutti gli alberi sono fratelli su questa terra, ogni albero diversamente uguale, ognuno con la sua storia, ciascuno col suo destino.
Guarderemo i suoi rami diventare sempre più forti e la sua ombra ci darà quella “pace impossibile” che oggi tanto cerchiamo e che ci pare irraggiungibile.
Non ce ne faremo mai una ragione e tutti i nostri “perché” resteranno senza risposta ma sarà il tempo, forse, ad aiutarci e, a darci la forza per sopportare questo dolore che oggi ci piega.
Guarderemo gli alberi cercando conforto con la certezza che nulla e nessuno muore per sempre.
Alberi, simbolo di una vita che continua e a quell’immagine noi ci attaccheremo per lenire la profonda ferita che ci ha squarciato il cuore.
Infine, grazie a tutti Voi per la solidarietà e l’affetto che mi avete riservato.
Claudio Kahled Sehr