Negli USA la peggiore strage è quella di Paradise, Las Vegas, a un festival country del primo ottobre 2017. Complice la ressa, 851 sono i feriti e 59 i morti (compreso l’assassino).
Stephen Paddock si mette a sparare da una suite del Mandala Bay resort, viene favorito dal fatto che molti pensano che i botti siano fuochi artificiali. Paddock viene trovato morto dalla polizia, dopo essersi suicidato. Nella stanza le forze dell’ordine rinvengono 23 armi da fuoco comprate legalmente. 12 di queste erano dotate di bump stock, un dispositivo che con pochi dollari trasforma un’arma semiautomatica in automatica.
A Las Vegas incrociamo la storia assurda e dolorosa di Telemachus Orfeus, un ragazzo che, sopravvissuto alla sparatoria, morirà un anno dopo nell’eccidio di Thousand Oaks.
Viva las Vegas
La strage di Las Vegas supera i due precedenti eccidi più sanguinosi, quello di Orlando in Florida ad opera di Omar Mateeen, con 49 morti e 58 feriti, un attentato a matrice omofoba. Mateen era lui stesso omosessuale ed era stato visto nel locale diverse volte mentre tentava di rimorchiare dei ragazzi. Nonostante si sospetti un legame col terrorismo islamico, ad ora non vi sono prove concrete al riguardo.
Un antico massacro a colpi di dinamite
Fanalino di coda, per modo di dire, il massacro della Bath School di Bath Township nel Michigan. È il 1927 e Andrew P. Kehoe imbottisce d’esplosivo la scuola. Nelle esplosioni di cui sarà vittima lui stesso, moriranno 45 persone, quasi tutti allievi, e 58 saranno i feriti. Questa strage, seppur lontana nel tempo, supera la più recente del 2007 del Virginia Politechnic Institute, conosciuto meglio come massacro di Virginia Tech con 33 morti e 29 feriti, perpetrata dallo studente di origini coreane Seung-Hui Cho.