Camminiamo una accanto all’altra, senza fretta. Adeguo il mio passo a lei, che fatica a camminare. Colpa dell’età, degli acciacchi. Le nostre braccia si sfiorano. D’istinto la prendo per mano. E mi accorgo che ora è il mio tempo. Non sarà più lei ad occuparsi di me. Ora tocca a me prenderla per mano ed aiutarla ad affrontare i prossimi piccoli passi della sua vita. Stringo la mano, la guardo e presa dalla malinconia le dico, a bassa voce “ti voglio bene, mamma”. Lei mi sorride, con uno sguardo un po’ vacuo e mi risponde: “cosa hai detto? Parla più forte che non ci sento”.
Ti voglio bene, mamma
Di Sabrina
