“Se c’è qualcuna che me la vuole dare sono qui stasera a Bellinzona…” e ancora, rivolto a Moira Bubola, la presentatrice della serata di premiazione a Castellinaria: “non aver paura che non ti tocco il culo… c’hai due piccole tettine”.
Un triste siparietto, messo in scena da Alessandro Haber, che era a Castellinaria per ritirare il premio alla carriera, la manifestazione cinematografica del cinema per ragazzi, arrivata ormai alla 32esima edizione.
Viva la parità della donna
A Castellinaria ben altri mostri sacri hanno calcato il palco, da Alberto Sordi a Christopher Lee. E forse il premio ad Haber andava calibrato un po’, anche se non necessariamente ci si poteva aspettare certe uscite decisamente fuori luogo a una manifestazione per ragazzi, i cui tre temi chiave erano i 30 anni della dichiarazione dei diritti del fanciullo, il clima e, nemmeno a farlo apposta… la parità della donna.
La denuncia della collega per palpeggiamenti
Donna che grazie ad Haber, sul palco ha ritrovato invece quegli stereotipi umilianti che fanno fare passi indietro da gigante all’emancipazione. Ricordiamo tra l’altro che Alessandro Haber non è nuovo a storie del genere. A giugno del 2011 aveva fatto scandalo il suo licenziamento dal Teatro Stabile di Bologna per aver ecceduto nella recita dell’Otello, palpeggiando, baciando e schiaffeggiando la collega Lucia Lavia (diciannovenne). Non proprio quisquilie, e nemmeno paranoie da femministe, visto che addirittura il compagno di lavoro (che recitava la parte di Jago) Maurizio Donadoni, lo aveva quasi menato per difendere la Lavia, e il regista Nanni Garella si era rotto un mignolo per cercare di separarli. Risultato, a rompersi è stato il rapporto di lavoro con codazzo di denuncia della Lavia.

Non siamo bacchettoni
Insomma, Moira Bubola, apprezzata voce e caporedattrice dell’attualità culturale di Rete Due, ha gestito la cosa, almeno stando alle testimonianze degli astanti, con grande professionalità e decoro, non lo stesso si può dire di Alessandro Haber.
Non siamo bacchettoni, la battuta anche a sfondo sessuale ci sta, Benigni ci ha abituati a presentatrici che corrono per il palco cercando di evitarlo mentre allunga le mani, ma quello è il personaggio. Nessuno di noi pensa che Roberto Benigni sia un satiro, il profondo rispetto che ha per la sua compagna, Nicoletta Braschi, sempiterna collega di lavoro in numerosi film, ne testimonia una certa innocenza e una grande considerazione per il mondo femminile.
Siamo in fondo tutti in grado di percepire, checché se ne dica, se un commento, una battuta o una mano allungata, sono frutto di istrionismo o qualcosa di più, se n’è accorta anche la signora Lavia.
Ancora più stranianti sono queste battute, proprio se pensiamo al tipo di manifestazione a cui era invitato Haber, non un festival della salsiccia, ma il delicato e autorevole festival per ragazzi bellinzonese, che magari non sarà uno dei più grandi festival europei, ma mantiene una sua sincera dignità che ha saputo reiterare negli anni.
Lo spettacolo continui
Che il sipario si chiuda su questa spiacevole recita, che gli attori si ritirino e rimanga il cinema, rimanga lo spettacolo, che è ancora in grado di dare tanto ai nostri giovani, insegnando loro cose che non dovrebbero essere vanificate da quello che Claudio Lo Russo, de La Regione Ticino, ha definito: un vecchio allupato.