“Mind the gap” con voce calda e seriosa, è l’annuncio che da 70 anni sentono i passeggeri della metropolitana di Londra. La voce registrata negli anni ‘50 era di un attore, Oswald Laurence, morto nel 2007.
L’amore di Margaret
Oswald aveva un amore, Margaret, che aveva sposato nel 2003. Pochi anni, per Margaret, per godersi il suo Oswald, che una malattia crudele le porta via dopo quattro anni di matrimonio, nel 2007.
A Margaret era rimasta la sua voce, che da decenni scandiva, puntuale e precisa, quell’avviso ai viaggiatori, e ogni giorno, lei andava alla fermata vicino a casa sua per sentire il suo Oswald scandire quelle tre parole. Con gli occhi lucidi, seduta come uno scricciolo su un filo, appena appoggiata alle assi della panchina. Lo sguardo assorto e gli occhi cerulei. Il profilo diafano e scarno, i sottili capelli indecisi tra il biondo e il bianco. Margaret assomiglia a Vanessa Redgrave, con lo sguardo intenso e il profilo nobile.
Il tempo passa
Ogni giorno sulla banchina, con l’aria frizzante a quella fermata della Northern Line, con lo sferragliare e lo stridio dei treni a precedere le parole di Oswald: “mind the gap” . Il tempo passa e tutto si ammoderna, evolve, la metro cambia gli annunci, a sostituire la corposa e calda voce di Oswald, una fredda voce elettronica.
Per Margaret è stato come vedere partire Oswald una seconda volta, su un treno fantasma che rubava la sua voce. Ha chiesto così alle ferrovie se potevano procurarle quella registrazione, se, come delle ceneri, poteva portarsi a casa quella voce.
Una storia di minuscola vita
Qualche anima pia ha fatto di più, agganciata a questa storia struggente come un vagone alla locomotiva. La Northern Line ha ripristinato, a quella fermata, la voce di Oswald. Che oggi continua a scandire le sue tre parole, un mantra che nella sua semplicità parla di amore a Margaret. Tutti i passeggeri ora ascoltano quella voce diventata ormai famosa, che viene dal profondo, che torna dal regno dei morti per ricordare l’amore a Margaret. Una storia che merita di essere conosciuta, una storia di infinita, minuscola vita e di immenso e gigantesco amore. A volte ci attacchiamo a piccole cose, simboli, odori, suono, che ci ricordano in maniera violenta o delicata delle persone. Questa storia racconta di tre parole, che racchiudono un mondo intero in poche lettere recitate settant’anni fa:
“mind the gap”.