Una treccia per colazione, una figlia, un negozio e un’affettatrice automatica. Parte tutto da qui.
Lei vuole la treccia, io voglio tagliarla con quel meraviglioso aggeggio a disposizione dei clienti. Mia figlia alza gli occhi al cielo. Me lo lascia fare sapendo che sono goffa e combinerò casini. Tra battute sarcastiche, risate e fette di pane che cadono a terra riesco ad avere la mia treccia tagliata. Attiriamo lo sguardo di una signora che si è goduta tutta la scena e ci chiede di tagliare anche il suo di pane, lei non sa farlo. Non vedo l’ora! Lo taglio tutta composta nel mio nuovo ruolo, lo impacchetto e lo consegno alla signora, che se ne va tutta contenta. La felicità a volte si nasconde beffarda tra le lame di un’affettatrice automatica.