Dovrebbe essere un momento magico. Invece no. Il primogenito vuole bocce rosse e ghirlande verdi. La sorellina si impunta e pretende di addobbare l’albero come ha sempre fatto: tutto oro. Il terzo invece si chiama fuori e con infinita lentezza appende sull’albero tutto ciò che trova in casa. L’importante è addobbarlo, come non si sa. Litigano, si azzuffano, si insultano, lei se ne va offesa, volano parole grosse e minacce mie: “Basta, toglietevi, faccio io. Ecchepalle, questo è l’ultimo albero che faremo a casa nostra!”. Quando ho ormai perso le speranze e mi rassegno a pensare che la magia del Natale è tutta un bluff, il fratello maggiore prende per mano la sorellina, la tira a sé dicendo: “ma vieni qua”, la abbraccia e le passa il puntale. E l’albero finalmente si tinge d’oro, con una minuscola ghirlanda verde e un’unica boccia rossa nascosta fra i rami.
Questo è l’ultimo albero
Di Sabrina
