Michael, si chiama Michael. E’ davanti al supermercato, in piedi, vicino ai carrelli. Guarda le persone che arrivano, sorride, le saluta, chiede loro se hanno bisogno di aiuto. Nulla di più. Non abbiamo bisogno del carrello, ma Michael ci sorride lo stesso. Entriamo, facciamo spesa ed usciamo, chiacchierando fra di noi. Ho qualche euro in mano, vorrei darglieli, ma mi vergogno. In fondo non mi ha chiesto niente. Prima di entrare in auto mio marito torna indietro, va da lui lo saluta, scambia quattro chiacchiere e gli dà un paio d’euro. “Si chiama Michael. Immagina quanto è faticoso, tutto il giorno davanti ad un supermercato, a sorridere, se va bene la gente lo ignora, se va male…, cosa mi è costato in fondo, solo qualche euro e un po’ di empatia”, dice mio marito. Già, se va male… torno da lui. “Ciao Michael, come stai?” “Buongiorno signora, tutto bene, come sai il mio nome?” “Mio marito, Michael, me l’ha detto mio marito, posso darti questi?” “Grazie, signora, buona giornata”. In auto passiamo davanti a Michael, lui cerca il nostro sguardo alza un braccio e ci sorride allegro. Pochi spiccioli e un sorriso per illuminare la mia giornata.
Solo pochi spiccioli
Di Sabrina
