Ieri, per il secondo giorno consecutivo, migliaia di iraniani si sono riversati per le strade e piazze di Teheran ed alcune città iraniane.
La rabbia dei manifestanti contro le autorità è dovuta al fatto che per giorni, i vertici della Repubblica Islamica hanno mentito, negando ogni responsabilità sull’abbattimento dell’aereo, un Boeing 737-800, partito da Teheran e diretto a Kiev, con 176 persone a bordo.
Il velivolo è stato colpito l’8 gennaio, nella notte di massima tensione tra Iran e USA, mentre i militari iraniani sferravano un attacco missilistico contro obiettivi americani in Iraq in seguito all’assassinio del generale Soleimani.
Solo nel fine di settimana, sabato 11 gennaio, Amir Ali Hajizadeh, comandante dei guardiani della rivoluzione (Pasdaran), si è scusato con la nazione, ammettendo la piena responsabilità dell’incidente, parlando di un errore nell’abbattinmento del Boeing ucraino
Subito dopo l’ammissione di colpa, i manifestanti sono scesi per le strade di Tehran protestando contro la guida suprema e leadership della Repubblica Islamica, con canti e slogan contro vertici politici, istituzionali e contro le autorità religiose del Paese.
“Bugiardi – Bugiardi, mentono dicendo che il nostro nemico è l’America, il nostro nemico è qui” scandivano i manifestanti, riuniti all’esterno dell’università di Tehran; nello specifico, poi, i manifestanti si sono diretti verso la piazza Azadi (Libertà) strappando dai muri le foto del generale martire Qassem Soleimani. Alcuni video mostrerebbero che i giovani rivoltosi rifiutano di calpestare la bandiera statunitense e quella israeliana. ( calpestare le due bandiere è un gesto comune e sostenuto dal clero religioso fondamentalista, soprattutto nei momenti di massima tensione).
Sulla vicenda emergono anche le critiche di intellettuali e di quotidiani moderati-riformisti del Paese, fra i quali Etemad che titolava “Scuse e dimissioni” , riferendosi ai responsabili dell’incidente.
Per disperdere i manifestanti, gli agenti hanno usato i manganelli ed esploso dei gas lacrimogeni. Secondo alcuni filmati lanciati sulle reti social, vi sarebbero stati anche diversi colpi di arma da fuoco; tuttavia non ci sono fonti attendibili che attestino la presenza di feriti gravi o di vittime.