Come ogni anno entriamo nel periodo carnevalesco.
Premetto che questa è una festa che non condivido particolarmente, ma la rispetto come chi vi partecipa.
La mia riflessione è un’altra.
Pensiamo alla nostra città durante tutto l’anno. Se nel mese di aprile volessimo suonare una chitarra in piazza, siamo a rischio di multa. La musica dal vivo nei locali praticamente non esiste più se non qualche concerto in acustico (perché guai far casino!), e fatta eccezione per alcuni eventi comunque discutibili.
Gli esercizi pubblici sono ormai vuoti, stiamo perdendo il nostro lato sociale, e diventiamo sempre più freddi nei rapporti umani, dirigendoci verso l’isolamento.
In altre città oltre Gottardo, senza dover uscire dalla Svizzera, ci sono maggiori opportunità culturali, musicali, punti di incontro e altro, dove abbiamo la possibilità di vivere un panorama molto più ampio durante tutto l’anno.
Cosa stiamo lasciando ai nostri figli? Quale futuro stiamo scrivendo per loro?
C’è un sacco di entusiasmo per tale festa, ma manchiamo in tutto il resto, ed é questo il paradosso.
Viviamo nell’era del proibizionismo, ma una volta all’anno, delimitato da un recinto, tutto è concesso.
Dove andrà a finire la nostra cultura?