Usare la parola “clandestini” per indicare dei “richiedenti asilo” è discriminazione. Lo dice il buon senso, lo dice la legge e lo dice pure la lingua italiana.
Ma siccome parliamo della Lega e con la Lega le basi non bastano, si è resa necessaria una sentenza di condanna. Che è arrivata. Anche in Appello. E ciao.
Nella condanna d’appello i giudici di Milano hanno spiegato (suppongo con il supporto di disegnini e canzoncine) che i 32 rifugiati che nel 2016 furono accolti a Saronno e che la Lega definì clandestini sui manifesti erano «soggetti che hanno chiesto l’accertamento del diritto» a rimanere in Italia per situazioni «di pericolo di persecuzione» nei loro Paesi. E che quindi, secondo la nostra Costituzione «non è ammissibile l’utilizzo dell’espressione ‘clandestini’».
Capito adesso? Era tanto difficile? Ora pagate su. Che l’ignoranza costa.