Siamo a Ferrara, in un centro commerciale. A gennaio il cliente di una parrucchiera si rifiuta di farsi lavare i capelli da una dipendente ghanese. È impressionante quanti siano ancora gli imbecilli razzisti che girano come schegge impazzite per l’Europa.
Quanto si può essere cretini, a volte me lo domando seriamente, per avere paura, ribrezzo o chissà cosa nel farsi servire o toccare da una persona con la pelle di un colore diverso dalla nostra? Di episodi così in fondo ne sentiamo spesso. Dalla signora anziana (meglio dire vecchia a questo punto) che si è rifiutata di sedersi in un bus dopo che a offrirle il posto era stata una ragazza africana, agli sputi sul treno ad una ragazza cinese “rea” di portare malattie.
Picchi di insulsa umanità, sacche di pus razzista, retrogrado, fuori dalla storia, soprattutto in una realtà multiculturale come la nostra.
A rendere questa storia differente è stato il bel gesto del sindaco, mica del PD, ma leghista, Alan Fabbri, che pochi giorni dopo è andato da quella stessa parrucchiera per farsi lavare i capelli:
“Care amiche ed amici, vi ricordate la notizia apparsa sulla stampa nazionale e locale della signora che non voleva farsi lavare i capelli da una parrucchiera di colore qui a Ferrara?
Oggi ho scelto volontariamente di esprimere a Sandra tutta la mia solidarietà a nome della città in questo modo. Penso che abbia più efficacia di qualsiasi altro comunicato.
Grazie Sandra, grazie allo staff di Jean Louis David dell’Ipercoop il Castello.
No all’ignoranza, no al razzismo.”
Il tutto corredato da foto col sindaco della città emiliana mentre si accinge al lavacro della lunga chioma. Ecco, parole importanti, e se a dirle è un leghista, lo diventano ancora di più. Purtroppo e troppo spesso, assistiamo invece a vere e proprie dichiarazioni di razzismo, anche da alti esponenti della Lega, come il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che aveva dichiarato (frase per la quale si era scusato, prima delle elezioni) :
“Non possiamo perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata. Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti”
Razzisti? Ma vah! Ma come può venire in mente che uno che parla di razza bianca sia razzista? Tra poco rivedremo simpatici signori in tunichette bianche col cappuccio a dare fuoco a delle croci e a dire: “non è per essere razzista ma…”
Intanto teniamoci perlomeno questo gesto di Fabbri, che col suo nome da mandorlato addolcisce il furore che spesso si manifesta contro gli stranieri e manda un messaggio perlomeno distensivo. Alla fine il punto è tutto lì, a prescindere dalle idee. Il punto è nella tolleranza, perché chi accetta discute, ragiona e magari cambia idea. I beceri cretini razzisti, e magari anche orgogliosi di esserlo, no. Con loro non c’è dialogo.