Non ho mai ascoltato seriamente Piero Pelù. Troppo rock, trasgressivo, esagerato. Nelle sue canzoni, nel suo modo di porsi, nel suo abbigliamento. Tutto troppo, per me.
A un certo punto ho iniziato a seguirlo a The Voice ed infine sul palco di Sanremo. E mi sono accorta di aver commesso un errore enorme: mi sono fermata alle apparenze.
Come spesso capita, si giudica la superficialità, non si scava a fondo. Pelù è sì trasgressivo, scanzonato, burlone, esagerato, ma porta avanti temi importanti, con intelligenza e sapienza, senza grandi proclami, come il rispetto per gli altri, l’ambiente, il mondo in generale. E lo fa in punta di piedi, sporcandosi le mani e mettendosi in gioco. Un uomo sensibile, un nonno incontenibile, che ha salutato l’arrivo di suo nipote come solo lui sa fare: una canzone rock e petto villoso in bella mostra.
Piccolo cucciolo, questo nonno ti è capitato. Tienitelo stretto, è un po’ ingombrante, lo so, ma di sicuro amore, saggezza, trasgressione e divertimento nella tua vita non mancheranno mai.