Lokman è un uomo di 42 anni, che dal 22 giugno percorrerà una sorta di cammino della speranza in due settimane, da Locarno a Berna, per sensibilizzare le autorità svizzere sul respingimento della sua domanda d’asilo. Lokman è in Svizzera da due anni, lontano dalla sua famiglia non per scelta, ma per necessità. Lokman ha due figli, due scriccioli di 12 e 15 anni, pieni di sogni, desideri, alcuni banali, altri così naturali da fare male: riabbracciare il proprio papà e tornare a vivere con lui in un luogo sicuro. Lokman è uno dei tanti che rischia di essere sbattuto fuori. Capita, diranno alcuni, accantonando il problema come si fa con una mosca che ti ronza intorno mentre cerchi di dormire. Mica possiamo tenerli qui tutti. Vero anche questo. Poi mi viene in mente la fatica affrontata in questi ultimi mesi, tutti noi chiusi in casa, molti lontani dai propri affetti. Penso ai progetti, ai desideri che si affastellavano nella nostra mente, alla voglia di uscire, gioire, gridare, ricominciare a vivere, abbracciare, amare. Per noi sono stati solo pochi giorni, per Lokman no, sono anni di sogni che rimangono nella testa e che a poco a poco sbiadiranno per sempre. Vero, non possiamo aiutarli tutti, ma possiamo iniziare ad essere più umani, ragionare con il cuore, immedesimandoci. A partire da Lokman.
In marcia per i suoi figli
Di Sabrina
