La morte di Willy Montero Duarte, il ragazzo ventunenne massacrato di botte un paio di settimane fa a Colleferro, a poca distanza da Roma, s’iscrive a pieno titolo tra gli orrori che quotidianamente si consumano nella società degli uomini.
Un’infamia senza possibili giustificazioni, figlia di una violenza ottusa e cieca, di comportamenti bestiali. Anche se, ammettiamolo, nel mondo degli animali la morte è strettamente legata alla sopravvivenza. E non certo per futili motivi.
Ecco perché episodi come questo o altri che hanno infiammato e infiammeranno l’opinione pubblica italiana – e non – devono assumere un valore di monito e di prevenzione. Di difesa collettiva, nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, affinché siano chiare a tutti quali sono le regole alla base di una convivenza civile.
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