Jerry Boakye è morto.
Saldatore in un’officina di Castel Volturno, il ventinovenne originario del Ghana, due anni fa era stato vittima di una brutale aggressione razzista che lo aveva costretto a vivere su di una sedia a rotelle. Paralizzato a mani e gambe per via di un pugno sferratogli da uno sconosciuto mentre lui scendeva dall’autobus.
Jerry si era stancato di vivere, ultimamente rifiutava le terapie e il cibo.
È questo il triste epilogo di una storia che aveva commosso e fatto scorrere fiumi d’inchiostro. A dare l’annuncio della triste fine di Jerry è stato il suo avvocato, Hilarry Sedu: “Io lo vedevo, in questi ultimi giorni, che tu non sei fatto per la sedia. Che la tua anima si era ribellata ai soprusi in Africa, figuriamoci se adesso si sarebbe acquietata su di una sedia a rotelle. Purtroppo ho avuto ragione, ieri sei scappato via, ti sei ribellato a quel corpo inerme“.
Jerry è morto così. In silenzio. Senza neppure aver avuto giustizia. E poi c’è ancora chi ha il coraggio di affermare che il razzismo non esiste…
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