“Un mondo diverso è possibile”. Chi nel luglio del 2001 era a Genova in occasione del G8 intonava in coro il proprio mantra. Tra il fumo dei lacrimogeni e le cariche della polizia, con gli occhi e la gola in fiamme. Un mondo diverso è possibile. Vent’anni fa proprio come oggi. Tra crisi climatica, pandemia e ingiustizie sociale. Non solo è possibile, è più che mai necessario.
A poche settimane dalla pubblicazione dei video scandalo sui pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, con aggressioni che ricordano da vicino quelle della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto avvenute a Genova, s’impone nuovamente una riflessione sulla tutela dei diritti umani. Diritti calpestati con troppa facilità un po’ ovunque. In nome della sicurezza e del rispetto delle leggi.
Se il potere di privare una persona della libertà è il più delicato dei compiti in mano allo Stato, che cosa è cambiato in vent’anni? C’è un filo che unisce George Floyd a Carlo Giuliani ucciso in Piazza Alimonda, il 20 luglio del 2001? Cosa rimane di quel G8 a vent’anni di distanza?
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